Il focus di Gemmo sulla gestione efficiente dell’energia riflette l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità, come parte della cultura aziendale.
C’è stato un tempo in cui l’unica lente con cui si valutava il valore di un’impresa era quella economica. Il fatturato, il suo tasso di crescita o la frequenza e la cospicuità delle cedole staccate agli azionisti davano tutte le informazioni che potevano servire ad analisti e investitori. Oggi si è finalmente capito che le imprese non sono monadi fuori dallo spazio e dal tempo, ma attori in grado di influire sull’ambiente e sul tessuto sociale, cambiandoli in meglio o in peggio e che quindi vanno valutate tenendo presente il loro valore sistemico. Si tratta di un’evoluzione importante che ci entusiasma come cittadini e come impresa. Questa svolta verde, infatti, apre grandi opportunità per un’azienda come Gemmo che è una ESCo (Energy Service Company) dal 2012. Cioè una società che opera nel campo del risparmio e dell’efficientamento energetico, certificata ISO 50001 e UNI CEI 11352.
È un cambio di paradigma epocale, frutto di un processo iniziato decenni fa e non ancora compiutosi, ma che vede una ulteriore spinta grazie anche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il PNRR, secondo l’ultima bozza del 12 gennaio 2021, prevede di stanziare 68,9 miliardi, ovvero il 37% del totale, a favore della rivoluzione verde e della transizione ecologica. Tra le quattro linee d’azione identificate per questa macro-missione, una riguarda proprio l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici. Questa prevede la riduzione dei consumi di energia degli edifici che generano più di un terzo dei consumi totali in Italia, nonché l’adeguamento antisismico degli stessi. Infatti, la maggior parte dei 14,5 milioni di edifici del Paese è stata edificata in epoche precedenti alle vigenti normative legate all’efficienza energetica.
Le radici della sostenibilità
Nell’ambito della sostenibilità, un concetto molto importante è quello della Triple Bottom Line (Tbl), proposto nel 1981 da Freer Spreckley e rielaborato nel 1997 da John Elkington, nel libro Cannibals with Forks. Il primo sosteneva la necessità di considerare, accanto a quelli economici, anche i benefici ambientali e sociali nel valutare il valore di un’impresa per la società. Elkington rimarcò che l’approccio Tbl è quello che “porta le aziende a concentrarsi non solo sul valore economico, ma anche su quello ambientale e sociale che producono o distruggono”.
Questo schema, noto come modello delle 3P (Planet, People and Profit), rivela la capacità di un’azienda di soddisfare le esigenze economiche della proprietà e degli stakeholder senza che il conto venga pagato dalla comunità o dall’ambiente.
Fare propria una strategia di business che consenta all’impresa di essere profittevole, economicamente solida contribuire positivamente al rispetto dei diritti dei lavoratori, al benessere della comunità e alla protezione dell’ambiente porta sempre buoni frutti. E qui è dove va il massimo impegno di Gemmo.
Gestione efficiente dell’energia
Adottare volontariamente comportamenti responsabili consentirà di rispondere adeguatamente alle istanze degli stakeholder ponendo le basi per uno sviluppo duraturo della propria impresa. In questo contesto, parlare di efficienza energetica diventa rilevante. Anche perché l’energia è un argomento di discussione permanente nei gruppi internazionali del G8 e del G20.
Efficientamento energetico significa ottenere le stesse prestazioni o migliorarle consumando meno energia e abbassando la domanda di fonti come petrolio, carbone, gas naturale ed elettricità. Se questo paradigma venisse abbracciato su larga scala dalle imprese e nell’edilizia, avverrebbe una piccola rivoluzione perché calerebbe drasticamente la domanda di energia. Si avrebbe, quindi, un impatto anche sulla produzione e sul trasporto di fonti energetiche. Non è cosa da poco. Secondo la Environment Protection Agency (Epa) americana, la combustione di carbone, gas naturale e petrolio per generare elettricità e calore rappresenta il 25% delle emissioni globali di gas serra. È ovvio che se il consumo dei primi diminuisse, si ridurrebbero anche i secondi.
Oltre all’aspetto di sensibilizzazione delle persone, si facilita la transizione verso un’idea di energia rinnovabile. Il continuo utilizzo di combustibili fossili nel mondo ha causato enormi problemi ambientali e portato a valutare fonti di energia rinnovabile, come l’eolico o il solare. Ed ecco che il Triple Bottom Line è un facilitatore per accelerare la transizione verso una nuova matrice energetica. I risultati di questa transizione, infatti, sono la riduzione delle emissioni di gas serra e dei rischi operativi inerenti ad altre fonti di energia come le centrali nucleari. L’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili è una tendenza irreversibile che continuerà a crescere in tutto il mondo nei prossimi anni.
A questa macro-conseguenza ambientale, ne seguirebbero altre di tipo microeconomico: un’azienda che riuscisse a risparmiare sulla bolletta energetica, libererebbe risorse che possono essere più utili investite altrove. Per esempio, in nuovi macchinari o in programmi informatici più aggiornati, assumendo altro personale o qualificando ulteriormente il proprio.
Il triple Bottom Line è un acceleratore che spinge verso
una nuova matrice energetica che produce nell’immediato
risparmi e benefici per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Non sono cifre irrilevanti. Uno studio inglese commissionato dal Governo inglese nel 2014 ha dimostrato che un buon programma di efficientamento energetico, in ambito aziendale, consentirebbe di risparmiare fino al 39% della spesa per la bolletta, cioè 3,9 miliardi di sterline. Solo il risparmio sull’illuminazione, che vale il 20% della spesa energetica negli edifici industriali e commerciali, farebbe risparmiare 1,1 miliardi di sterline. Un report dello US Department of Energy dello scorso luglio stimava un risparmio del 25% sul consumo energetico di una famiglia media, che si aggira sui 2.200 dollari l’anno.
Negli Stati Uniti, il governo nel 1992 ha avviato l’iniziativa Energy Star, promuovendo l’efficientamento energetico. Questa iniziativa ha consentito agli americani di risparmiare, nel solo 2018, 430 miliardi di kilowattora di elettricità, pari a 35 miliardi di dollari e a 330 milioni di metri cubi di emissioni di gas serra.
Dal 1992, sono stati risparmiati 3,5 miliardi di metri cubi di gas nocivi, l’equivalente dell’inquinamento prodotto ogni anno da 750 milioni di automobili.
Investire nell’efficientamento energetico
Quello in efficientamento energetico è un investimento in tutti i sensi: a fronte di un costo iniziale, si ha un ritorno in termini di riduzione del consumo, degli sprechi e quindi della spesa energetica. Senza contare il guadagno reputazionale di un’azienda nell’essere percepita come un attore positivo dalla comunità del luogo in cui opera.
In Gemmo facciamo proprio questo: progettiamo, realizziamo, gestiamo e manteniamo impianti tecnologici ad elevata complessità in ospedali, centri direzionali, e infrastrutture come stazioni ferroviarie, tunnel stradali e aeroporti. E lo facciamo sempre con un approccio migliorativo o proattivo, che significa preferire interventi di revisione che portino a un miglioramento del valore e delle prestazioni di un asset piuttosto che intervenire successivamente con la manutenzione o la sostituzione di quest’ultimo. Per noi, infatti, l’efficientamento energetico non è solo un’area di business ma un principio connaturato alla mission aziendale.
Credere nell’efficientamento energetico significa investire in capitale umano, perché fare efficienza è un lavoro di team che parte già dall’offerta e dalla fase di progettazione. E Gemmo ha al suo interno le competenze per proporre e attuare progetti di efficientamento: energy manager, BIM specialist, ingegneri d’offerta specializzati e un ufficio tecnico costantemente aggiornato sulle tecnologie più innovative.
Abbiamo investito anche sulla tecnologia, tra cui software per il BIM (building information modeling) e il BEM (building energy modeling) per la modellazione energetica del sistema edificio-impianto. Conoscendo l’edificio e i dati di utilizzo, è possibile calcolare le prestazioni energetiche e individuare i miglioramenti possibili.
Questi processi di efficientamento hanno costi elevati, soprattutto in un periodo come questo in cui l’economia globale è in sofferenza, con i fondi statali ridotti al lumicino e quelli privati non favoriti dal credit crunch. Ecco perché abbiamo adottato alcune buone pratiche già in uso all’estero, come il project financing, strumento con cui Gemmo si fa carico di una parte dei costi di realizzazione di un asset e in cambio ne ottiene la gestione. In quest’ottica, un extra costo in fase di costruzione può essere visto come una migliore gestione futura.
È ciò che avviene nei nostri progetti ospedalieri in project financing, che uniscono la costruzione alla gestione energetica e alla manutenzione. Possiamo citare l’Ospedale dell’Angelo a Mestre, il Niguarda a Milano, l’Ospedale Alto Vicentino a Santorso e quelli di Cittadella e Camposampiero. E ancora, l’Ospedale SS. Giovanni e Paolo di Venezia, l’Ospedale di Monselice e il Bellaria di Bologna. Tutti progetti dove la gestione energetica in ottica di ottimizzazione delle risorse, efficienza e risparmio sono alla base di ogni scelta.
Attraverso l’EPC (Energy Performance Contract) Gemmo realizza interventi
di riqualificazione e miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti
e degli edifici investendo in prima persona e garantendo risparmi energetici
e benefici di riflesso su ambiente e tessuto sociale.
Progetti di gestione efficiente dell’energia
Oggi Gemmo sta portando avanti diversi progetti di gestione efficiente dell’energia e risparmio energetico: pensiamo al contratto multiservizio manutentivo per Intercent-ER, dove abbiamo in carico oltre 120 edifici ospedalieri, ma anche il progetto Aler Milano che prevede la gestione del patrimonio immobiliare residenziale in ottica di efficientamento energetico e riqualificazione di︎ 42 centrali termiche di 96 fabbricati, per circa 6000 alloggi.
Per concludere, qualche numero: grazie all’utilizzo degli impianti di autoproduzione (cogenerazione/rigenerazione) lo scorso anno abbiamo installato e gestito una potenza di 26 MW, e nel 2019-2020 si sono risparmiate una media di 23.000 t CO2 e 6.100 TEP all’anno.
Questo è il modo che abbiamo di fare la nostra parte, prendendoci cura dell’ambiente e delle persone che vi vivono.
BOX | Servizi: Gemmo in tema di efficienza energetica
- Audit energetico
- EPC – Energy Performance Contract
- Studio di soluzioni tecniche per aumentare le performance energetiche
- Utilizzo di CMMS gestionali informativi per tracciare attività nei locali, guasti, ecc e proporre manutenzioni straordinarie e migliorative
- Energy management
- Certificati bianchi
- Sistemi di gestione dell’energia
I processi di efficientamento seguiti da Gemmo investono
sul capitale umano e sulla tecnologia unendo costruzione,
gestione energetica e manutenzione in chiave futuristica.